C’è stato un momento nella storia televisiva, in cui la pubblicità è riuscita a raggiungere la punta suprema dell’espressione artistica: una breve e semplice sceneggiatura, uno slogan azzeccato, un volto noto e un pizzico di creatività producono uno storico contenitore: Carosello. Nato il 2 febbraio 1957, il programma, in onda alle ore 20.50 alle ore 21.00, fece imporre dalla Rai alle aziende clienti di produrre spot pubblicitari sotto forma di mini-film o scenette della durata rigida di 1 minuto e 45 secondi, di cui solo 30 secondi potevano essere dedicati al prodotto. Carosello è riuscito a tenere incollati per 30 anni milioni telespettatori di qualsiasi età, poiché utilizzava diversi linguaggi di comunicazione: dal film allo sceneggiato, dal cartone animato all’opera lirica. Inoltre, il programma ha imposto all’attenzione del pubblico registi (i Taviani, Ermanno Olmi) o attori (Eduardo De Filippo e Dario Fo). La sigla iniziale è ideata e diretta da Luciano Emmer e Cesare Taurelli. I quadri dei siparietti erano disegnati da Nietta Vespignani, moglie del pittore Renzo Vespignani. Carosello va in onda tutti i giorni ad eccezione del Venerdì Santo e del 2 novembre, giorno dei morti, e non viene trasmesso soltanto in occasione dell’assassinio di John Kennedy e della strage di piazza Fontana. Ogni settimana passano dalle 28 alle 35 scenette.
A letto dopo il carosello
Fra il 1957 e il 1977 (data di chiusura della storica trasmissione) il termine “carosello” è stato sinonimo di “spot pubblicitario” ed ha ospitati volti noti dello spettacolo: da Sergio Leone a Totò, da Francesco Guccini a Macario, passando attraverso Peppino de Filippo, Nino Manfredi, Nino Taranto, Raimondo Vianello, Carlo Giuffrè, Renato Rascel, Paolo Panelli. Nel 1976 si calcola che il pubblico di Carosello sia di almeno 19 milioni di persone. “A letto dopo Carosello” diventa l’espressione comune di tante mamme, accettata come ordine perentorio, che per i bambini è segno della fine della giornata. Insomma, prima del bacio della buonanotte ci sono quei dieci minuti di réclame, che diventano piccoli quadretti da non dimenticare. Il mondo dell’animazione lancia dei personaggi che prenderanno il sopravvento: pensiamo ad Angelino, uomo nuvola che scendeva sulla terra e si sporcava il grembiulino, Calimero, pulcino nero solo perché sporco, Toto e Tata monelli con la bocca sempre aperta per gelati e panettoni Motta, Babbut Mammut e Figliut, la famiglia dei cavernicoli che vivono all’ultimo piano del grattacielo Pirelli a Milano, U Pallina, viaggiatrice nel tempo con i capelli alla Audrey Hepburn e la musica dei Cetra, Svanitella e il fidanzato coatto Riccardone-one-one, Olivella, sposa perfetta a differenza della vicina invidiosa Mariarosa sempre vestita da vedova di mafia, la Smorfia e la Smorfietta, le due streghette emiliane che ci spiegano i nostri sogni, Fido Bau, il cane buono e fedele che si commuove al suono del carillon del Borotalco Roberts. E adesso proviamo a fare un tuffo nel passato, per vedere se vi ricordate i caroselli più famosi. A sponsorizzare il lievito Bertolini c’è Mariarosa alle prese con vari problemi della vita accompagnata dalla canzone “Brava brava Maria Rosa, ogni cosa sai far tu qui la vita è sempre rosa, solo quando ci sei tu!”.
Per sapere di più cliccate sul link e saprete tutto su una delle trasmissioni televisive che hanno avuto il maggior successo tra le famiglie italiane.
Alcune immagini del "Carosello"
La sigla
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